sabato 20 giugno 2009

Il mistero delle piramidi

IL MISTERO DELLE PIRAMIDI

Di Alessio Follieri.

La sola delle meraviglie del mondo antico ad essere ancora lì nella sua potenza e bellezza è il magnifico complesso di Giza, in Egitto. Non sono le uniche piramidi del mondo, ve ne sono altre ugualmente note edificate dai Maya, basti pensare alla magnifica piramide del Sole.

Per millenni questi monumenti sono stati sotto gli occhi di miliardi di persone, il sito di Giza è uno dei più visitati al mondo, soprattutto quando nell’ultimo trentennio vi è stata un esplosione di una vera e propria Egitto Mania.

Perché questi monumenti suscitano tanto fascino? Perché l’antica civiltà Egizia sembra inestricabilmente legata ad una fonte di mistero assoluto? Molti visitatori, spesso spinti da una pulsione turistica, sono ignari di quanto stanno vedendo e soprattutto le fonti di così tanto mistero. Le basi di mistero degli antichi egizi, sono piuttosto semplici nei dati essenziali: il primo è appunto l’edificazione delle piramidi di Giza, il secondo è che questa civiltà, come quella dei Sumeri, “esplode” nel mondo antico in tutta la sua potenza, ma senza sapere come, per una civiltà datata 3000 anni a.C. sia stato possibile contenere degli aspetti tecnici, conoscitivi, culturali, religiosi così impressionanti.

Tutti i libri di storia portano che il primo faraone e unificatore dell’Alto e Basso Egitto è Menes 3000 a.C., il quale è contrassegnato da storici ed egittologi come il primo signore delle due terre fondatore della prima dinastia. E’ ignota completamente l’epoca precedente a Menes, ma sorprendentemente di quell’epoca sconosciuta ne è rimasta una traccia, anche se questa era inscritta e sotto gli occhi di tutti per millenni senza che nessuno se ne accorgesse, erano le tre piramidi di Giza e la stessa Sfinge ha costituire la chiave del mistero.

Robert Bauval e Graham Hanckock, sono gli scopritori di questo mistero e nei primi anni ottanta, annunciano le loro scoperte sbalorditive riguardo le piramidi, per decenni tali scoperte non hanno dato grande scalpore ma nei primi anni 90’ l’esplosione dell’interesse Egitto esplode senza precedenti.

Si parte con la Grande Piramide, essa storicamente è attribuita al faraone Cheope (Khufu), nell’epoca datata attorno al 2500 a.C., nella sua totalità il complesso di Giza con le tre priamidi di Cheope, Chefren e Micerino rappresentano l’eta dell’oro, l’apice della curva dell’evoluzione per la costruzione delle piramidi, mai in precedenza era stato possibile costruire simili monumenti, né lo sarà per tutti i millenni futuri.

E’ affascinante osservare la Grande Piramide nei pressi della sua base, è una vera e propria montagna di pietra alta 147 metri, la base quadrata è lunga nel complesso un chilometro, con un area di base di 53000 metri quadrati. E’ un monumento gigantesco il più grande mai realizzato nella storia dell’uomo, dentro può contenere il Duomo di Firenze, Il Duomo di Milano, la Basilica di San Pietro, l’abbazia di Westminster e la chiesa di Saint Paul.

Non sono le sole dimensioni a impressionare, ma la precisione e il peso della struttura. Sir Flinders Petrie nel 1880 scoprì che le facce della piramide sono allineate in modo quasi perfetto con i quattro punti cardinali, la discrepanza non supera i tre minuti d’arco, con una variazione inferiore allo 0,06%. I lati alla base sono quasi perfettamente identici, il lato nord misura 230,25 metri, quello sud 230,44 metri, quello est 230,38 metri, il lato ovest 230,35 metri. La differenza tra la base più lunga e quella più corta è di soli 19 centimetri, meno dello 0,08 % della lunghezza media.

La piramide non è cava, ma è composta quasi nella totalità da una solida e imponente muratura dove i blocchi posati a regola d’arte, dove non passa neanche una lama di coltello, pesano in media 2,6 tonnellate ciascuno, per un peso totale della struttura di 6,3 milioni di tonnellate.

Per questi numeri e precisione costruttiva la Grande Piramide è l’edificio più pesante e più preciso mai costruito.

Bauval e Hancock hanno messo in luce anche molte altre caratteristiche costruttive della Grande Piramide, ed anche dell’intero complesso di Giza, dando luogo ad una delle teorie più sorprendenti e provate degli ultimi trent’anni, quella relativa alla CORRELAZIONE STELLARE.

Oltre alla precisione dei lati orientati perfettamente con i quattro punti cardinali, una precisione che per un monumento così imponente è decisamente sbalorditiva, c’è anche la sua posizione rispetto all’intero globo terrestre. Essa non è stata costruita semplicemente trovando un sito adatto per la costruzione di un monumento di tale portata, ma piuttosto essa si trova in un punto specifico della Terra non affatto casuale. La Grande Piramide si trova a un chilometro e mezzo rispetto ai 30° di latitudine sud, ciò vuol dire che essa si trova esattamente a un terzo della distanza tra l’equatore e il Polo Nord.

L’altezza originaria della Grande Piramide (ora il vertice non è più al suo posto), era di 146,729 metri, possiede un rapporto perfetto con il suo perimetro di base 921,459 metri, che dà esattamente 2 pi greco, quindi l’esatto rapporto di una qualsiasi circonferenza con il suo raggio. Ugualmente tale perfezione è rispecchiata nella relazione in scala 1:43.200 che intercorre tra le dimensioni della Piramide e quelle della Terra. Questo implica che se si prende l’altezza originaria del monumento e la si moltiplica per 43.200 si ottiene 6338,426 che corrisponde per un difetto di soli 15 chilometri al raggio polare della Terra. Se invece prendiamo il perimetro di base del monumento 921,459 metri e lo si moltiplica sempre per la scala, 43.200 si ottiene esattamente 39.807,035 chilometri, ed è un risultato in difetto di soli 260 chilometri della vera circonferenza equatoriale della Terra, si tratta solo di un misero scarto di 260 chilometri che equivale allo 0,75%.

Nella Grande Piramide non c’è nulla che è stato lasciato al caso, è un mistero di così tanta ossessione per la perfezione, ed è altrettanto un mistero che un popolo così antico abbia potuto posare in opera blocchi di quel peso ad altezze insostenibili in modo preticamente perfetto, degno dei moderni regolo laser.

La prima grande intuizione in riferimento alla Correlazione Stellare di Robert Bauval emerse quando si trovò di fronte ad una straordinaria similitudine di una veduta aerea del complesso di giza con le tre stelle della Cintura della Costellazione di Orione: Al Nilam Al Nitak e Minataka. Come emerge dalla stessa foto la correlazione è straordinaria e sorprendente, non può essere lasciata al caso al pari della precisione costruttiva dei monumenti.

Le stelle della cintura di Orione e le tre piramidi di Giza viste dall'alto, la correlazione è semplicemente perfetta.

Questa semplice quanto evidente correlazione, sconvolge completamente il quadro del piano costruttivo di Giza, mettendo in serio dubbio se siano stati davvero i faraoni Cheope, Chefren e Micerino a costruire le rispettive piramidi, ma ciononostante questi dati hanno spinto gli egittologi e gli storici a non valutare assolutamente questi dati. Dati che non ci stimano solo questa precisione e correlazione, ma ci portano a far assumere l’identità che l’Egitto si trattò realmente di ciò che può essere chiamato “Specchio del Cielo”.

All’interno della Grande Piramide, vi sono due camere ritenute importanti, denominate Camera del Re e Camera della Regina la quale si trova ad un livello leggermente inferiore. Una serie di passaggi e corridoi da accesso alle due camere, ed è interessante notare che una perfezione nelle inclinazioni di tali passaggi è stata mantenuta con stretto rigore come l’intera costruzione della Piramide. Dalla due camere partono dei pozzi, due che si trovano sul lato sud, ed altri due sul lato nord, per lungo tempo si era ritenuto che tali pozzi avessero la funzione di areazione per le due camere, anche se sono ciechi, non vanno verso l’esterno e quindi è sempre stato in serio dubbio la loro funzione. La questione è che tali pozzi non hanno inclinazioni casuali, essi puntano come una canna di fucile, o meglio un laser delle zone precise del cielo. Il pozzo sud della Camera del Re, punta verso la stella Al Nilam (Zeta Orionis), quindi sorprendentemente la stessa stella che la Piramide rappresenta sulla Terra nello schema di Giza. Quello sud della Camera della Regina, punta esattamente verso la stella Sirio. Il pozzo Nord della Camera del Re punta esattamente verso Alfa Draconis, mentre quello Nord della Camera della Regina mira esattamente Beta Ursae Minoris. A prescindere che ognuna di queste stelle possiede dei significati specifici, occorre esaminare un fatto esaltante che ha dato l’input per il completamento della Teoria della Correlazione Stellare.

Le stelle in cielo non occupano sempre la medesima posizione, esse si spostano durante l’arco di una notte, così come non occupano la stessa posizione negli anni, nei secoli e nei millenni. Accade che mentre se con attenzione durante la notte vediamo le stelle spostarsi in cielo, come il Sole si leva ad est e tramonta ad ovest durante l’intera giornata, c’è un altro movimento che porta le stelle ad occupare posizioni diverse durante i millenni ed è la precessione. L’asse terrestre compie un oscillazione completa quindi un ciclo processionale ogni 25.920 anni. Ciò implica che osservando una notte qualsiasi una determinata stella in un determinato momento, per rivederla nella stessa e identica posizione nello stesso identico momento dovremmo attendere altri 25.920 anni. Tale spostamento è lento, impercettibile impossibile da osservare e misurare senza strumenti altamente precisi. Eppure ciononostante, i quattro pozzi erroneamente definiti di areazione mirano esattamente le quattro stelle rispettive nel cielo in una sola data inequivocabile, il 2500 a.C.

Con la tecnologia moderna e i software astronomici, è possibile calcolare e visualizzare i cieli, da posizioni precise in date diverse, possiamo andare indietro anche migliaia di anni e ricostruire il cielo sopra a Giza, com’era a quel tempo. La precessione ci offre un orologio perfetto, preciso e immutabile per migliaia di anni, la scoperta della correlazione stellare implica una data sconcertante in cui tutto il complesso monumentale di Giza è perfettamente allineato con le stelle della cintura di Orione, solo in quella data era possibile vedere quell’allineamento, ma il problema è che si tratta per la precisione dell’equinozio di primavera del 10.500 a. C.

QUELL’ALBA PRIMORDIALE

Essere in quel preciso momento sotto le piramidi di Giza, ossia all’alba dell’equinozio di primavera del 10.500 a.C. sarebbe stato un momento incredibile. Il bagliore della luce solare cominciava a salire, le tre piramidi erano allineate perfettamente con il cielo, la Sfinge (Statua Leonina) che mira esattamente ad est con una perfezione degna della Grande Piramide, guardava silenziosa sull’orizzonte la costellazione del Leone, la Via Lattea (il grande fiume del cielo associato dagli antichi Egizi al Nilo), ricalcava perfettamente il Nilo sulla Terra, quel momento fu davvero unico e spettacolare, anche perché le piramidi sono posizionate rispetto al Nilo in modo praticamente perfetto a come le tre stelle della Cintura di Orione sono orientate rispetto la Via Lattea. E’ quello il momento perfetto, quello e solo quello che sarà ripetuto soltanto 25.920 anni dopo, bisognerà aspettare parecchio.

Il problema per tutto il mondo accademico è non solo la correlazione stellare ma la data: il 10.500 a.C., è un periodo molto antico, molto antecedente la stessa civiltà Egizia, com’è possibile? Per questa impossibilità e per il fatto che tutti gli accademici sarebbero costretti a rivedere l’intera storia dell’umanità, decidono di non prestare attenzione a quella fantastica alba remota. I punti di domanda sono molti, non c’è dubbio ma l’intera costruzione delle piramidi pone in seria discussione tutto ciò che sappiamo della nostra storia.

Ci viene insegnato che esse sono tombe, tuttavia Cheope che sarebbe stato il costruttore della Grande Piramide non ha lasciato nulla di se, un iscrizione, qualsiasi cosa che avrebbe fatto inequivocabilmente attribuire il monumento più grande della storia dell’umanità al suo regno. Né una mummia, né un iscrizione, né un testo cita chiaramente che Cheope è stato colui che ha fatto edificare la Grande Piramide. Il complesso monumentale di Giza è davvero strano, è muto, la Sfinge, le altre due piramidi, il Tempio della Valle, il Tempio della Sfinge accanto alla famosa omonima statua non offrono alcuna prova che siano stati i Faraoni della IV dinastia a costruire il più grande complesso monumentale della storia.

La Sfinge viene attribuita a Chefren il presunto costruttore della seconda piramide, per una stele del periodo di Tutmosi IV, che ora è posta in bella vista tra le zampe della colossale statua. Quella stele viene assunta dagli egittologi come una prova che la Sfinge rappresenti il faraone Chefren, ma in realtà tutto si poggia su un equivoco di una sillaba, nella stele il nome di Chefren non compare affatto, ci sono molti dubbi in merito. Egualmente sono state prodotte prove di somiglianza con una statua in diorite nera conservata al Museo del Cairo, ma queste prove sono molto dubbie, ognuno di noi può somigliare alla Sfinge.

Tutte le prove poggiano solo su una statuetta di Chefren rinvenuta nel Tempio della Valle, null’altro, non c’è nessun’altra prova concreta su tutti i monumenti di Giza che possa far presumere che siano opera dei noti faraoni.

C’è poi un altro argomento importante: il peso delle strutture, le milioni di tonnellate di blocchi spostati e posati ad altezze superiori ai 100 metri. Il Tempio della Sfinge è composto da blocchi di calcare che arrivano a 200 tonnellate di peso, posti a 12 metri di altezza. In breve ingegneri, geometri, architetti moderni, non riuscirebbero in alcun modo a ricostruire simili monumenti e soprattutto di correlarli alle stelle in quel modo.

Emerge un dubbio profondo, degno di indagine: chi ha costruito le Piramidi e la Sfinge? Cosa vuole dirci? Cosa rappresentano? Perché Orione? Per comprendere profondamente gli eredi dei misteriosi che hanno costruito le piramidi bisogna studiare attentamente i Testi degli antichi Egizi, lì vi è scritto molto di più di quanto sospettato in precedenza, che sarà oggetto di prossime pubblicazioni, possiamo realmente scoprire il mistero delle piramidi.

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