L'Effetto Mozart è una controversa teoria scientifica, elaborata nel 1993 dai fisici Gordon Shaw e Frances Rauscher.
Che la musica influenzi l'umore è cosa nota. Meno risaputo è che la musica possa agire direttamente sull'organismo modificando il nostro stato emotivo, fisico e mentale. Questo fenomeno - chiamato effetto Mozart - non si verifica solo ascoltando le sinfonie del grande Amadeus, ma anche i canti gregoriani, un certo tipo di jazz e di pop, i ritmi sudamericani, le armonie new age e persino un po di sano e robusto rock'n'roll.
Gli autori riferivano un transitorio aumento dei punteggi in alcuni particolari test d’intelligenza a seguito dell’ascolto dell’Allegro con spirito dalla Sonata in Re maggiore per due pianoforti K448 di Mozart.
I dati sperimentali originali si riferivano ad un campione di 36 studenti universitari ai quali era stato fatto ascoltare, per una decina di minuti, il brano musicale.
Dopo l’ascolto gli studenti mostravano un miglioramento modesto, 8-9 punti sulla scala Stanford-Binet, uno dei più utilizzati sistema di misura del IQ (quoziente di intelligenza).
Tale aumento durava solo per 10-15 minuti ed era limitato alle abilità visuo-spaziali. In pratica agli studenti veniva mostrato il disegno di un foglio di carta ripiegato più volte su sé stesso e sul quale venivano indicate delle linee di taglio.
Era poi richiesto di scegliere, tra quattro figure, quella che più realisticamente rappresentava come sarebbe apparso il foglio una volta riaperto.
Oggi si cerca di utilizzare questo effetto e la musicoterapia per curare malattie come l'alzheimer e l'autismo.
mercoledì 24 giugno 2009
Effetto Mozart
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